In agosto il Tesoro è rimasto particolarmente nascosto. Sia per il caldo, sia per le vacanze, abbiamo completamente interrotto le conferenze e le lezioni e ci siamo soprattutto dedicati e alla condivisione della letture e della meditazioni della parola di Dio.
Negli incontri di condivisione fraterna che teniamo la sera del lunedì, abbiamo affrontato due argomenti principali, tra loro intimamente collegati: l’unità della chiesa e la chiamata a servire (e non a essere serviti). Dopo la serie di incontri sui temi sollevati dagli insegnamenti di Watchman Nee sull’unità della chiesa (gli stessi trattati anche in uno scritto anonimo intitolato Una sola chiesa di cui si è pure parlato), la sorella Fabiana Lando ha condotto una serie di incontri, in cui ha presentato un libro scritto negli anni ’80 dal fratello californiano Erwin Gayle. Il libro si intitola The Jesus Style (“Lo stile di Gesù”) e parla del carattere e del sentimento di Cristo, soprattutto di come il Signore Gesù sia venuto, come figlio dell’uomo, a servire e non a essere servito. I due temi, apparentemente lontani, discendono invece entrambi da quella che il Signore Gesù ha stabilito come prerequisito fondamentale per diventare suoi discepoli, la decisione cioè di prendere ogni giorno la propria croce, rinunciando a se stessi e alle proprie ambizioni di successo. Questa rinuncia implica infatti che non non si parli e non si agisca più nel proprio nome, ma solo nel nome di Gesù e per la gloria di Dio (“Chi parla di suo cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l’ha mandato, è veritiero e non vi è ingiustizia in lui”, Giovanni 7:18). Certamente, diciamo tutti di fare così, ma per farlo davvero occorre essere disposti a servire e non soltanto i primi (cioè quelli dai quali possiamo aspettarci dei vantaggi), ma anche, e soprattutto, gli ultimi. La chiesa invece, anche già come già all’epoca dell’apostolo Paolo, è divisa in tante fazioni anche per la preoccupazione di essere seguiti, cioè di avere un sufficiente numero di persone disposte a sostenerci e a servirci. Preghiamo perché sia fatta in terra la volontà del Padre come ce l’ha insegnata il Signore Gesù: “I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che le sottomettono al loro dominio sono chiamati benefattori. Ma per voi non dev’essere così; anzi il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve”, Luca 22:25-26).
Con la fine del mese di agosto è anche iniziata la preparazione per l’evangelizzazione in programma per l’ultimo fine settimana di settembre, che si è effettivamente tenuta le sere del 25, 26 e 27 settembre, in Piazza Cavana, a due passi da Piazza Unità (la piazza principale di Trieste).
Nonostante il poco tempo per prepararsi, il gruppo dei giovani appartenenti a diverse comunità che si è formato per evangelizzare si è dimostrato molto affiatato, felicemente unito nel desiderio di trasmettere il lieto messaggio del dono di Dio in Cristo Gesù.
Le serate sono trascorse nella gioia di servire il Signore invitando i nostri concittadini a ricevere il vangelo. Con l’apprezzata, attiva partecipazione anche dei giovanissimi.
Numerosi passanti si sono fermati ad ascoltare i canti, le testimonianze e la predicazione.
I messaggi portati dal fratello Fidele Ntie-Kang, che ci aveva già fatto visita in maggio, vertevano tutti sull’opera di Cristo sulla croce (seguendo una scaletta da lui stesso preparata e intitolata Le sette cose compiute sulla croce). Come è stato ripetutamente sottolineato nel presentare l’evangelista, Fidele Ntie-Kang è uno scienziato attivo nella ricerca (al momento lavora come chimico bio-informatico in Germania, dove si occupa di progettare nuovi farmaci), a dimostrazione del fatto che scienza e fede possono convivere senza conflitti e anzi rinforzandosi l’una con l’altra.
Da parte nostra, un importante messaggio alla città è stato certamente anche il fatto che più comunità fossero impegnate assieme nell’opera di evangelizzazione. Speriamo sia l’inizio di una nuova epoca per la chiesa della nostra città, segnata da una sempre maggiore coesione e armonia tra i credenti delle diverse comunità.